domenica 9 novembre 2008

L'anomalia

Era un inizio di primavera del 1996.
Era una serata diversa dalle altre, avevamo vinto le elezioni, dopo due anni di vergogna e incredulità.
Dalla strada, davanti al bottegone, chiedemmo un solo favore all'uomo con i baffi che si era affacciato al balcone: fotti il nano.
L'uomo con i baffi sorrise sornione, queste cose non si dicono, cattivoni.
Però noi sapevamo che l'avrebbe fatto, che avrebbe eliminato l'anomalia dalla nostra storia, un colpo di ramazza in cambio di quella bella poltrona imbottita, un lavoro facile.
Continuammo a danzare e ridere e correre da una parte all'altra, stando attenti ai sanpietrini, che con l'umido della notte e della gioia diventano scivolosi.
Stavo con la mia ragazza, matta, litigiosa, problematica, ma quella sera no, quella sera era nata perfetta.
Tornando a casa ci fermammo ai mercati generali e comprammo una cassetta di fave fresche. I giorni seguenti ebbi un po' di mal di pancia.
Sei mesi dopo l'uomo con i baffi si metteva d'accordo con il nano per riscrivere insieme la costituzione.
Per fortuna il nano lo prese solo in giro, glielo fece credere, che erano amici e potevano fare le cose insieme, smezzarsi la crema, ma in realtà lo voleva solo fottere, è fatto così lui.
Sono passati 12 anni da quella notte, e il nano è ancora là.
E tutto precipita, si abbassa, scende al suo livello.
Tutto perché l'uomo con i baffi, e i suoi amici, non hanno fatto quel lavoro facile facile.
Perché ha pensato che era più furbo lui, che noi non capivamo niente.

Questo mi sono ricordato, l'altra notte, un'altra notte perfetta, passata però non per strada ma davanti al televisore, a vedere quello che succedeva dall'altra parte dell'oceano, dove c'era gente che festeggiava, loro sì, in piazza.
E io lì sul divano a chiedermi: qual è la differenza?

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